Lo stemma di Giuliano Teatino

Il primo maggio del 1816 fu promulgata la legge che regolava l’Ordinamento Civile della popolazione del “Regno delle Due Sicilie” sotto Ferdinando I° di Borbone,già Re di Sicilia col nome di Ferdinando III° e Re di Napoli con nome di Ferdinando IV°, in questo periodo Giuliano Teatino fu elevato alla dignità di Comune. Finalmente aveva termine la penosa e umiliante condizione in cui versava e l’oppressione da parte de Baroni. Però ne cominciava un’altra: quella delle “Amministrazioni Comunali”, i cui capi, salvo pochissime eccezioni, erano gli stessi signorotti di sempre. Essi continuarono a spadroneggiare direttamente o manovrando il “Consiglio dei Decurioni” del quale spesso la maggioranza, e a volte anche il sindaco, sebbene formata da onesti ed intelligenti cittadini, era analfabeta. All’epoca dei Baroni, gli Amministratori locali erano controllati dal Governatore, rappresentante dispotico delle suddette Autorità blasonate. Ora, invece, erano praticamente liberi, avevano tutto nelle loro mani: gestivano l’unico forno, la pizzicheria, il bosco, i pascoli,; riscuotevano diversi canoni dei lasciti baronali, ecc. Potevano perfino condizionare le elezioni! Infatti nell’elenco degli “eleggibili” da inviare al “Visto” dell’Intendente, dopo il nome, la paternità, il cognome e la data di nascita, la possidenza, c’era una nota riservata sulla condotta: buona, pessima eleggibile, non eleggibile. Era facile, così, eliminare chi potesse mettere il bastone fra le ruote.

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